Visite di calore per i nuovi cardinali, tra vip, fotografie e battute

22/02/2014 
 
 
Un momento del Concistoro

(©ANSA) UN MOMENTO DEL CONCISTORO

Bertone saluta per primo Parolin, Bassetti scherza con i perugini. Gaenswein: la presenza di Benedetto XVI al Concistoro segno di comunione e continuità

IACOPO SCARAMUZZI
CITTÀ DEL VATICANO

Tra i primissimi ad arrivare è il cardinale Tarcisio Bertone. Il segretario di Stato emerito arriva così presto, nella sala Regia del Palazzo apostolico, poco dopo le 16, che il suo successore, Pietro Parolin ancora non c’è. Il neo-Cardinale arriva qualche minuto dopo, si fa strada tra un crocchio di cameramen e fotografi, si sistema nella postazione che gli è stata assegnata per le “visite di calore” di fedeli, familiari, e del “popolo romano” che compie questo tradizionale rituale dopo ogni concistoro, e riceve l’abbraccio del suo predecessore. Poi, affiancato dal segretario britannico Robert David Murphy e dal capo del protocollo della segreteria di Stato José Avelino Bettencourt, viene assediato da una massa festante di persone, saluta a lungo un gruppo di fedeli asiatici, ci sono tanti cardinali e monsignori, giornalisti e fedeli, c’è il governatore del “suo” Veneto Luca Zaia, il gran patron di Lux Vide Ettore Bernabei, l’anziano cardinale Achille Silvestrini.

A pochi metri di distanza, un altro dei 19 cardinali creati in mattinata da papa Francesco, il segretario del Sinodo Lorenzo Baldisseri, saluta cordialmente una folla di fedeli, conoscenti, semplici curiosi. Nell’ambiente accanto, la sala “Ducale”, ci sono gli altri due neoporporati di Curia, il prefetto della Congregazione del Clero Beniamino Stella e il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Gerhard Ludwig Mueller. Tra i presuli che lo salutano per primi, il vescovo di Limburg Franz-Peter Tebartz-van Elst, finito qualche mese fa nell’occhio del ciclone per una vicenda di spese legate alla ristrutturazione dell’episcopio. L’entourage di ognuno dei quattro Cardinali distribuisce le immaginette stampate per l’occasione. Sul retro una frase biblica o il motto episcopale. Parolin: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve”. Stella: “Nell’abbandono confidente sta la nostra forza”. Baldisseri: “Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia”. Mueller: “Dominus Iesus”.

Nel via-vai del Palazzo apostolico ci sono molti cardinali presenti a Roma per prendere parte al primo Concistoro di papa Francesco, passano discretamente i Segretari particolari di Jorge Mario Bergoglio, si manifestano politici e ambasciatori. Il cardinale Giuseppe Betori incrocia il cardinale Camillo Ruini, un tempo l’uno segretario e l’altro presidente della Cei, si abbracciano calorosamente, poi Betori vede la fila sterminata di persone che attendono di salutare Parolin e confida: “Vado nelle altre file sperando che siano meno lunghe…”. A piazza San Pietro, intanto, la fila si allunga per entrare dentro le stanze affrescate del Vaticano.

Tutti gli altri neocardinali – tranne Loris Capovilla, 98 anni, segretario personale di Giovanni XXIII che non se l’è sentita di venire fino a Roma e attende la berretta cardinalizia a Sotto il Monte, il paese del bergamasco che diede i natali ad Angelo Roncalli – ricevono le “visite di calore” nei locali dell’aula Paolo VI, dall’altra parte del colonnato berniniano. Arriva monsignor Georg Gaenswein, il segretario di quel Papa emerito Benedetto XVI che, a sorpresa, ha presenziato al Concistoro della mattina in San Pietro. “È stato un segno di comunione e continuità”, commenta Gaenswein ai giornalisti che lo inseguono. “Non sapevo niente, poi qualcuno mi ha detto ‘c’è Papa Benedetto’, mi sono voltato e lui era lì”, racconta il cardinale statunitense Daniel DiNardo, che percorre le sale in coppia con il cardinale arcivescovo di Washington Donald Wuerl. Il confratello Sean O’Malley, cardinale di Boston e consigliere del Papa, visita i nuovi Cardinali col saio francescano.

Tanta gente con tanto di coretto per Fernando Sebastian Aguilar, folla per Gerald Cyprien Lacroix, Vincent Nichols, Orani Joao Tempesta e Mario Aurelio Poli, il successore di Bergoglio a Buenos Aires. Meno persone, per lo più connazionali, per i molti Cardinali venuti dalle “periferie” del mondo (Haiti, Nicaragua, Costa d’Avorio…). L’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti è circondato da perugini, alterna abbracci, baci ai bambini, battute. Un gruppo di religiosi con la veste celeste si fanno fare la foto con il cardinale Angelo Bagnasco, poco lontano, poi vanno da Bassetti, “vi mancano solo le ali…”, scherza lui. Un noto giornalista si presenta, “sono come Giobbe, finalmente la vedo con i miei occhi”, commenta Bassetti ridendo. Molti gli fanno i complimenti per la porpora. Lui non si scompone: “Lo Spirito santo e il Santo Padre fanno piatti fantasiosi…”.

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